lunedì 25 gennaio 2016

SCRITTO A MATITA IN UN VAGONE PIOMBATO - DAN PAGIS


Non c'è nessun errore. La poesia è così, volutamente sospesa. 
" L’incompiutezza di questi versi è di un’eloquenza straordinaria. In sei linee sono evocati quattro nomi – della donna e dell’uomo creati da Dio, e quelli dei loro figli –, l’inizio della Genesi, l’inizio simbolico della storia. Ciò che è avvenuto ad Auschwitz rimette in discussione tutto fin dall’inizio, l’inizio degli inizi, ricollegandosi alla primordiale disperazione materna davanti al primo fratricidio registrato nella Bibbia. caino figlio di adamo – i nomi sono volutamente da me lasciati in minuscolo (in ebraico non c’è maiuscolo) anche per far risaltare nel nome ebraico adam il significato di uomo. Adamo è l’uomo, sono gli uomini. La poesia contiene solo due verbi: «se vedete... ditegli...». Un appello, un ordine. Forse, una chiamata di correo. Tutti siamo figli di adamo, tutti siamo abele e caino." 
(Massimo Giuliani, Letture 553)
Io non potrei scrivere di meglio.






Dan Pagis nasce il 25 febbraio 1930 in una famiglia di lingua tedesca a Rădăuți, Bucovina in Romania (oggi Ucraina) in quello che una volta era la parte multi-culturale dell'impero austro-ungarico e che fu patria anche di Paul Celan. Nel 1934 suo padre si reca in Palestina per preparare l'immigrazione di tutta la famiglia.  La madre muore in quell'anno e suo padre lascia Dan in Europa  coi nonni. In una sua visita successiva  rifiuta di portarlo con sé a Tel Aviv, convinto di essere inadatto a crescerlo da solo. Lo crede più al sicuro coi nonni che nel sabbioso Medio Oriente e spera che in futuro lasci Bucovina per l'America dove vive uno zio.
Ancora bambino fu imprigionato in un campo di concentramento in Transdnestria (Ucraina), ma riesce a fuggire nel 1944 e ad arrivare sano e salvo in Palestina nel 1946.  Inizialmente insegna in un Kibbutz, poi si laurea in Letteratura Medievale Ebraica all'Università Ebraica di Gerusalemme. 
Conoscitore di molte lingue, traduce molte opere letterarie.
Muore di cancro  in Israele il 29 luglio 1986.






SCRITTO A MATITA IN UN VAGONE PIOMBATO

Qui, in questo convoglio
ci sono io Eva
con Abele mio figlio
Se vedrete il mio figlio maggiore
Caino figlio di Adamo
ditegli che io




Trad. Sara Ferrari




Testo originale dal sito poetryinternational.org


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