domenica 8 luglio 2012

BACIARSI, DONNA - MIGUEL HERNANDEZ




I libri e gli autori mi capitano tra le mani nei modi più disparati. Io cercavo un volume di Pavese, in particolare “Il mestiere di vivere”, ma avete provato qualche volta a scartabellare tra volumi messi assolutamente a casaccio, o quanto meno organizzati secondo un sistema di catalogazione proprio del.... come si chiama chi vende libri usati? Rigattiere ??? No, quelli trafficano coi mobili. Mi arrendo! E' un mistero, proprio come l'ordine sparso usato dal mio... chiamiamolo libraio, sperando che i librai seri non si offendano.
Comunque, dicevo, spostando i vari volumi, vedo apparire un titolo nudo e crudo: “Poesie”.
Apro la prima pagina, e in quella che segue la copertina, in genere bianca, trovo una scritta di pugno (e con una pessima calligrafia):

“Anche se tu qui non sei
i miei occhi, di te, di tutto,
sono pieni.”

 

Segue il nome dell'autore. Lo apro a casaccio – non mi piace mettermi a leggere mentre valuto l'acquisto, ma una occhiata veloce, almeno me la concedo! – e trovo il testo in italiano e quello originale a fronte: IN SPAGNOLO.... Ho sviluppato una forma malarica per quelle poesie e mi accorgo di stringerlo più forte tra le mani. Torno indietro alla prefazione e trovo una una dedica:

per te Miky
ti dono questo libro e non è un gran dono ma forse un giorno basterà a farti rammentare me lontano.
Ricordami allora con dolcezza se tutto sarà finito.
Ma infine se tutto finisce voglio che finisca in cielo...
Ti amo
Pierluigi


Dite che sono troppo romantica, che l'ho preso solo per la dedica??
Eppure i versi sulla prima pagina non si trovano sui marciapiedi come i coriandoli a carnevale...
Evidentemente libro e dedica non sono stati sufficienti a far ricordare Pierluigi a Micky, nonostante le leggere sottolineature ai versi di molte poesie, fatte con una matita blu come quelle usate dalle maestre per correggere i compiti.
Vi dirò: mi dispiace quasi d'essere così contenta di averlo acquistato. Mi dispiace perchè la storia dei due, per qualche motivo non è più importante, ma nello stesso tempo ne sono contenta. Il libro è finito, dopo non so quanto tempo, nelle mie mani; mi è sembrato un segno, che il libro stesso mi abbia chiamato, di averlo salvato dall'oblio. Per questo racconto questo aneddoto: per far uscire la dedica da quelle pagine quasi ammuffite, per farle volare di nuovo e tornare a loro, e il prezzo pagato (tre euro) mi sembra un riscatto irrisorio, senza considerare che ho comunque il libro.
Io credo di aver fatto un ottimo affare.





Miguel Hernandez, drammaturgo e poeta spagnolo, nasce a Orihuela il 30 ottobre1910, secondogenito di quattro figli, in una famiglia di pastori poverissima, senz'altra istruzione che quella della scuola elementare che frequenta in una età diversa da quella dei suoi coetanei.
Per volontà del padre, uomo rude e taciturno, nel 1925 abbandona gli studi presso il collegio dei Padri Gesuiti Santo Domingo de Orihuela e inizia a fare il pastore di capre, anche se al tempo stesso legge avidamente e scrive poesie.
Nel 1931 parte per Madrid, con inebrianti ma assurde speranze di gloria; un atto di coraggio per uscire dall'ambiente familiare e sociale. Ha due lettere in tasca: una prima di raccomandazione per il direttore de “La Gaceta Literaria” e la seconda per essere ricevuto da Juan Ramon Jiménez.. Presentandosi come postore-poeta, dalla prima ottiene solo un trafiletto sulla rivista in cui lo si definisce un poeta naif in cerca di un lavoro nella capitale, dalla seconda, ancora meno, dato che – sembra – l'incontro tra i due poeti non sia mai avvenuto.
Miguel resiste nella capitale fino al maggio del 1932, grazie agli aiuti degli amici di Orihuela, ma il freddo e la fame lo costringono a tornare a casa ed a accantonare le sue illusioni.
L'anno successivo incontra Josefina Manresa, una giovane sarta di cui si innamora e intrattiene una corrispondenza incoraggiante con Federico Garcia Lorca, riuscendo a tornare di nuovo a Madrid, grazie ad un impiego presso l'enciclopedia taurina.
L'amore e nuove amicizie letterarie (Manuel Altolaguirre, Pablo Neruda, Raphael Alberti, Luis Cernuda ed altri) lo maturano, allontanandolo dallo stile provinciale e campagnolo delle sue prime poesie.
All'inizio della Guerra Civile Spagnola del 1935, si arruola come volontario, nel 5° reggimento. Assegnato inizialmente a scavare trincee, gira poi per il territorio spagnolo. Ma dopo due anni è stanco e depresso, provato dai disagi e dalle sofferenze della guerra ed i medici, dopo una diagnosi di anemia cerebrale, lo spingono al riposo. Miguel ne approfitterà per fare un viaggio nell'Unione Sovietica assieme ad altri scrittori spagnoli per il Festival del Teatro di Mosca.
Tornato in Spagna, torna anche a combattere, ma è costretto di nuovo al riposo dei suoi frequenti mal di testa. Nel marzo del 1939, con l'entrata delle truppe di Franco a Madrid, finisce la guerra. L'esercito presente nella capitale si disperse e molti furono fatti prigionieri e giustiziati con processi sommari.
Miguel cerca di raggiungere il Portogallo e da una cittadina vicina al confine scrive a Josefina di star pronta a partire per raggiungerlo, ma viene arrestato. Viene portato dapprima a Siviglia, poi alla prigione di Torrijos a Madrid. Nelle sue lettere racconta della sua vita nella prigione, ma traspare la preoccupazione per la moglie ed il figlio (si erano sposati nel 1937 ed ebbero due figli, il primo nel 1938 visse solo pochi mesi, il secondo nel 1939) che sa vivere stentatamente.
Pablo Neruda dalla Francia di adopera per la sua scarcerazione ma tuttavia per un motivo inspiegabile, a metà settembre del 1939 viene scarcerato: forse un errore burocratico, forse per una disposizione male interpretata. Si reca comunque all'ambasciata cilena per ottenere asilo politico e partire per il continente americano, ma c'erano già diciassette repubblicani in attesa di partire e dal momento che “probabilmente era compromesso” a causa delle sue poesie contro il generale Franco, l'ambasciatore gli nega il visto.
Miguel commette l'errore di tornare nella sua Orihuela e viene arrestato di nuovo. E proprio nella sua città vive il peggior periodo di carcerato. Per interessamento di Neruda, l'incaricato d'affari del Cile invia aiuti alla sua famiglia e al suo processo, svolto intorno al 1940, avrà un avvocato difensore procuratogli, questa volta dai suoi amici. Viene incolpato di essere stato un Commissario politico e senza grandi garanzie giuridiche, come succede nei dopo rivoluzione, viene condannato a morte.
Inizia l'attesa dell'esecuzione della condanna di giorno in giorno, di ora in ora, ma intanto Miguel studia francese, scrive lunghe lettere e manda disegni di piccoli animali al figlio; resiste alla proposta di sottoscrivere la sua adesione al regime franchista. A Luglio del 1940 la pena di morte viene commutata in trent'anni di prigione, ma lo trasferiscono di prigione in prigione, dove soffre il freddo e la fame. L'estate e l'autunno del 1941 sono periodi di serenità relativa. Riesce a vedere una volta alla settimana la famiglia, legge e studia l'inglese. Ma a novembre cade nuovamente ammalato: Paratifo B, che con un decorso lentissimo, lo lascia stremato e senza difese immunitarie, cosicché vinto il paratifo, deve iniziare a combattere contro una forma di tubercolosi polmonare acuta e sarà una battaglia che perderà. La cura è quella di sottoporsi ad una supernutrizione, impossibile nella sua condizione di detenuto. Non può muoversi dall'infermeria e viene negato alla moglie il permesso di visitarlo, dal momento che non sono sposati religiosamente. Lo farà solo il 4 marzo del 42, cedendo al desiderio di vedere la moglie. Morirà il giorno 28 dello stesso mese, con un ultimo pensiero rivolto a lei.






Baciarsi, donna,
al sole, è baciarci
per tutta la vita.

Risalgono i labbri 
elettricamente
vibranti di raggi,
con tutto il fulgore
di un sole tra quattro.

Baciarsi alla luna, 
donna, è baciarci
per tutta la morte.

Discendono i labbri
con tutta la luna,
invocandone il tramonto:
così consunta e gelida
e in quattro parti.

da POESIE - Feltrinelli Editore - 1970



Besarse, mujer


Besarse, mujer,
al sol, es besarnos
en toda la vida.


Asciende los labios,
eléctricamente
vibrantes de rayos,
con todo el furor
de un sol entre cuatro.

Besarse a la luna,
mujer, es besarnos
en toda la muerte.


Descienden los labios,
con toda la luna
pidiendo su ocaso,
gastada y helada
y en cuatro pedazos.



 

5 commenti:

  1. Bella storia,Carla, e bella poesia.
    A me è capitato di entrare in una libreria, urtare una pila di libri, farne cadere diversi, raccogliere il primo:"LA MORTE IN BANCA" di Pontiggia.
    Ero stato assunto in banca pochi giorni prima...
    Ovviamente ho acquistato il libro, un bel libro tra l' altro; ora è lì, nella mia biblioteca privata, quella con i libri più amati.
    Memento mori!

    ERRATA CORRIGE:

    Al secondo verso della traduzione italiana c' è un errore : basciarci anzichè baciarci!

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    1. Grazie Ales. Ho trascritto la versione italiana (quella in lingua l'avevo da tempo, in attesa di traduzione) ed a volte per quante volte la guardi, un errore scappa. Il distico poi gioca sul rincorrersi di baciarsi-baciarci... ma non giustifica comunque l'errore. Chiedo scusa e correggo.

      Inquietante come certi libri ci capitino tra le mani, vero?
      Quando ancora facevo la praticante in uno studio commerciale (e quindi il "rimborso spese" era piuttosto magro) ad un convegno segnalarono un libro di poesie scritto da un commercialista. Lo comprai (costò 15.000 Lire del 1978) ma era di una tristezza immensa o almeno io lo ricordo così. Ma al tempo la poesia era ancora una eccentricità, e l'acquisto di quel libro un desiderio di tornare indietro nel tempo, quando studiare aveva anche lo scopo di sentirsi dire "Brava". Avevo dimenticato il libro, dovrebbe essere sopolto in cantina. Lo cercherò, magari non è così male come ricordo.

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  2. Certo che verrebbe un titolo magnifico per un libro:



    LIBRO DI POESIE SCRITTO SCRITTO DA UN COMMERCIALISTA

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  3. Ma che bello Carla! Splendide scoperte, emozionanti davvero!
    Ti abbraccio

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  4. Titti! Che bello ritrovarti su Blogger e poter rileggere - a piacere e con piacere - le tue poesie.
    Grazie dell'abbraccio che ricambio.
    Carla

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